IV Domenica del Tempo Ordinario - 28 gennaio 2018
Vangelo Mc 1, 29-39
In quel tempo, Ges, uscito dalla sinagoga, subito and nella casa di Simone e Andrea, in compagnia di Giacomo e Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli si avvicin e la fece alzare prendendola per mano; la febbre la lasci ed ella li serviva.Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la citt era riunita davanti alla porta. Guar molti che erano affetti da varie malattie e scacci molti demni; ma non permetteva ai demni di parlare, perch lo conoscevano. Al mattino presto si alz quando ancora era buio e, uscito, si ritir in un luogo deserto, e l pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: "Tutti ti cercano!". Egli disse loro: "Andiamocene altrove, nei villaggi vicini. perch io predichi anche l; per questo infatti sono venuto!".E and per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demoni.
Dalle letture di oggi possiamo mettere in luce questi punti.
1. La Bibbia non mette a tacere il grido, la protesta, dell'uomo che soffre
Giobbe un uomo travolto dalla sventura, colpito dal male. E si ribella a questa situazione di disgrazia e grida a Dio la propria rabbia, osa esprimere ci che sente.
E Dio stesso (Gb 42,8), gradisce maggiormente le sue invettive che le prediche dei suoi amici. Vi una legittimit per il malato, nella sua sofferenza, di esprimere una reazione anche di collera. In verit, quell'urlo la maniera con cui il malato cerca di dirsi nella malattia, di esprimere ci che sta avvenendo alla propria vita. Ed un momento positivo e vitale in quanto il primo passo di un possibile cammino di guarigione, o almeno di as-sunzione della malattia: il malato lotta, chiede "perch?", non si rassegna, non la d vinta al male.
Questa presa di parola di fronte al male che invade il proprio corpo non va soffocata da chi sta accanto al malato con esortazioni al silenzio, ma va accolta come un momento importante del faticoso processo di assunzione della crisi esistenziale introdottasi nella vita dell'uomo.
2. Ges fin da subito fa i conti con il male che tocca l'umanit
Abbiamo iniziato a leggere il vangelo di Marco. E Ges fin da subito si immerge nel male. Ges si presentato sulla scena e dice: "Il Regno di Dio si fatto vicino".
Ecco, il Regno di Dio si manifesta cos: affronta il male per togliere al male il poter che ha di far dimenticare, offuscare la promessa che la vita. Dio pi forte del male e nonostante tutto, la vita continua a rimanere promettente
Ges lotta contro il male, cerca di ridare salute all'uomo. Egli si presenta come "medico".
Le guarigioni operate da Ges fanno parte della sua missione di predicare il vangelo, di annunciare la presenza del regno di Dio.
Con la suocera di Pietro, Ges compie gesti semplici, umanissimi, affettuosi: si avvicina a questa donna, la prende per mano e con forza la aiuta ad alzarsi. Questi sono i gesti di Ges che guariscono.
Sull'esempio di Ges comprendiamo che al malato dobbiamo avvicinarci, toglierlo dal suo isolamento, in un contatto fisico che gli dica la nostra presenza reale, e infine fare qualcosa perch l'altro si rialzi dal suo stato di prostrazione.
Questa azione con cui Ges libera la donna dalla febbre pu sembrare poca cosa, ma la febbre il segno pi comune che mostra la nostra fragilit. Ges sa che anche dove c' "soltanto" la febbre, comunque l'essere umano si ammala per morire e qualunque malattia una contraddizione alla vita piena voluta dal Signore per ciascuno di noi.
In questa guarigione dove Ges aiuta questa donna ad alzarsi, Marco usa lo stesso verbo della risurrezione di Ges: in ogni azione da Lui compiuta vi un rimando alla pienezza di quella vita nuova che scaturisce dalla sua risurrezione.
3. Ges non si lascia travolgere dalle folle che vogliono guarigioni, ma cerca e trova spazio e tempo di solitudine e di silenzio per pregare.
Ges si rende da subito conto che le guarigioni attirano tanta gente, ma questo non genera necessariamente la fede. E Ges sfugge da tutti coloro che lo vogliono trasformare in un distributore automatico di guarigioni.
Sa mettere un limite all'attivit, non si lascia sedurre dal fatto che "tutti lo cercano".
Ges si rifiuta di divenire un fornitore di prestazioni terapeutiche e sa anche ritrarsi alle richieste che provengono dalla gente.
Nella preghiera parla con l'Abb, con il Padre cerca di capire che cosa doveva fare, come comportarsi anche davanti anche le sottili e perverse tentazioni del successo e della popolarit. "Andiamocene oltre": Ges sa che ovunque c' bisogno del Vangelo e vuole che i discepoli di ieri e oggi continuino a portare il vangelo ovunque.
Come scrive san Paolo: "Guai a me se non predicassi il vangelo" (1 Cor 9,16).
don Sebastiano Carlo Vallati