VI Domenica del Tempo Ordinario - 11 febbraio 2018
Vangelo Mc 1,40-45
In quel tempo, venne da Gesù un lebbroso, che lo supplicava in ginocchio e gli diceva: " Se vuoi, puoi purificarmi!". Ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: "Lo voglio, sii purificato!". E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato. E, ammonendolo severamente, lo cacciò via subito e gli disse: "Guarda di non dire niente a nessuno; va, invece, a mostrarti al sacerdote e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha prescritto, come la testimonianza per loro". Ma quello si allontanò e si mise a proclamare e a divulgare il fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare pubblicamente in una città, ma rimaneva fuori, in luoghi deserti; e venivano a lui da ogni parte. Parola del Signore.
Nel vangelo della liturgia di domenica scorsa (Mc 1,29-39) veniva detto che Gesù si appartava in luoghi marginali, un po’ selvatici, “luoghi deserti” per pregare, per mettersi in sintonia con il Padre.
Inoltre, in quei luoghi poco frequentati, Gesù poteva incontrare anche molte persone messe ai margini dalla società: gente così povera o malmessa che si vergognava di stare in mezzo alla folla, oppure lebbrosi, costretti a stare in disparte perché colpiti da una grave malattia contagiosa.
La Legge – sia civile che religiosa – proibiva ai lebbrosi di avvicinarsi alle persone e alle case; stavano in alcune grotte, in rifugi di fortuna, in zone deserte. Proprio perché Gesù va in questi luoghi deserti che uno di questi poveri lebbrosi s’avvicina a lui.
Secondo la Legge, Gesù avrebbe dovuto allontanare quel lebbroso, o perlomeno evitare di toccarlo per non infettarsi.
Invece, il racconto evangelico descrive con cura, evidenzia il progressivo avvicinarsi del Maestro a quell’uomo: si accorge di lui, tende la mano, lo tocca, gli parla.
Tutte cose proibite.
Ma la missione di Gesù era quella di rivelare il volto di Dio, di far capire che Dio è più grande di quella legge.
Gesù nei confronti del lebbroso ha una reazione di compassione.
I vangeli usano lo stesso verbo greco antico che indicava ciò che una donna prova quando sente, dentro di sé, il proprio bambino. Dio sente come intimamente sua ogni persona, in particolare quelle più povere e sofferenti, quelle che spesso noi mettiamo ai margini.
Poi, Gesù sfugge al clamore e alla curiosità suscitata dalle sue guarigioni, e si ritira di nuovo in luoghi deserti. Diventa anche lui un emarginato e anche lui sarà evitato, resterà sempre più solo fino a che sarà abbandonato anche dai suoi.
Anche allora, condannato e crocifisso, sarà vicino alle persone povere e sofferenti e sulla croce tenderà ancora di più le mani verso tutti coloro che sono emarginati.
Appeso sulla croce, il segreto riguardo alla sua identità di Messia sarà svelato e proclamato.
Solo allora è lecito, a chi ha capito Gesù, dire che è il Figlio di Dio (Mc 15, 39).
don Sebastiano Carlo Vallati