Domenica delle Palme - 25 marzo 2018 

Paradossi del cristianesimo:
° la potenza di Dio si manifesta nella debolezza umana di Gesù;
° la morte infamante in croce proclama Gesù Figlio di Dio (“Avendolo visto spirare in quel modo, (il centurione) disse: veramente quest’uomo era Figlio di Dio”, Mc 15,39);
° quel volto percosso, rivela la bellezza del volto di Dio.
Gesù, ora è un profeta muto, un re deriso, un messia impotente, un salvatore perduto.
L’uomo che ha sempre immaginato il volto di Dio nella sua bellezza, ora deve confrontarsi con il volto di Dio rivelato dal crocifisso.
Guardare il crocifisso può mettere in crisi la nostra fede. In chi crediamo? Chi è Gesù?
Il vangelo della Passione sembra smentire tutta la vita di Gesù, tutto quello che ha detto e fatto.
Colui che ha attirato folle e creato una comunità itinerante di discepoli, è rigettato dalle folle e abbandonato dai discepoli; Colui che ha curato e guarito molti malati, ora sembra impotente. Colui che aveva una Parola che stupiva la gente, ora tace. Colui che ha sempre nutrito una relazione personalissima di confidenza con il Dio che chiamava “Abbà”, ora gli si rivolge con una domanda che grida I’enigma di sentirsi abbandonato da Lui.
Questo finale sembra falsificare l’intera vita di Gesù.
E la fine di Gesù è anche il momento del fallimento della sua comunità, del grup­po di coloro che egli aveva scelto perché stessero con lui.
Eppu­re, proprio allora sorgono altri discepoli, là dove nessuno se li sa­rebbe aspettati.
° La donna di Betania che profuma il corpo di Gesù; ° Simone di Cirene che porta la croce dietro a Gesù; ° il centurione che con­fessa Figlio di Dio il crocifisso; ° Giuseppe di Arimatea, che aspettava il Regno di Dio e riceve il corpo di Gesù.
Il chicco di grano caduto a terra trova inattesi e impensabi­li terreni buoni che lo accolgono e portano frutto.
E questo dovrebbe aiutarci a passare dalla paura alla fede.
La potenza di Dio sa resistere anche ai fallimenti della storia, la Parola di Dio trova sempre un terreno disposto ad accoglierla.
La paura è un sentimento presente nel vangelo di Marco.
° All’inizio quando i discepoli attraversano il lago e Gesù dorme sulla barca e placata la tempesta dice ai discepoli: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”.
° Quando i discepoli stanno per salire a Gerusalemme, Marco annota che “coloro che lo seguivano erano impauriti”.
° Lo stesso Gesù nell’orto degli ulivi “cominciò a sentire paura e angoscia”.
Per passare dalla paura alla fede è importante rilevare il racconto dell’Ultima Cena.
Nell’Ultima Cena Gesù sembra dire: “Guardate che questa morte non è dovuta al caso, e non è nemmeno voluta da mio Padre. Vado incontro a ciò che avviene con libertà, cioè con fede. Questa vita che voi uomini mi spezzate, io la dono. E vivo tutto questo nella fede in mio Papà”.
Anche per Gesù la morte diventa l’ultimo ed estremo momento della fede, la consegna totale nelle mani del Padre.
Il cardinale C.M. Martini si chiedeva per quali motivi il Signore non abbia tolto agli uomini la prova estrema della morte. E a quella domanda rispondeva dicendo che la morte è l’estremo passo che ci chiede di avere una totale fiducia in Dio.
Si vince la paura non perché non la si prova, ma perché nel sentire tutta la paura della morte si rimane in comunione con Dio, in Cristo, e per grazia si impara a credere.

Don Sebastiano Carlo Vallati