Le nostre novelle
XXV domenica del tempo ordinario - 23 settembre
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse.

XXV domenica del tempo ordinario - 23 settembre

Dal vangelo secondo Marco (8, 27-35)

In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elia e altri uno dei profeti». Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.

E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.

Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».

Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».

 

Domenica scorsa la liturgia ci presentava la guarigione di un sordomuto.

Gesù per guarirlo gli pone le dita negli orecchi, quasi per aprirli e renderli capaci di ascolto. Il profeta Isaia dice che il Signore si è comportato con lui allo stesso modo: “Il Signore mi aperto l’orecchio”. E continua dicendo: “e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro” (Is 50,5).

Isaia ha lasciato che Dio gli parlasse.

In questa luce, possiamo dire che nella liturgia di oggi Gesù ci apre gli orecchi per dirci: “Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà”.

Diventare discepoli di Gesù significa comportarsi come il profeta Isaia e dire: “non oppongo resistenza a questa prospettiva di vita”.

Anche se non è facile.

Pietro dimostra che non accetta questa prospettiva di vita per sé.

Ma non accetta nemmeno che questa sia la prospettiva di vita per il suo Maestro.

L’intento del vangelo di Marco è quello di portare l’ascoltatore a porsi la domanda sull'identità di Gesù. Marco ha preparato questa domanda in molti modi: dopo la testimonianza data a Gesù nel battesimo (Mc 1,11) e dagli spiriti impuri (1,24; 3,11), l’interrogativo ritorna sulle labbra dei suoi discepoli (4,41), su quelle dei suoi compaesani (6,2-3) ma trova la sua più alta e complessa trattazione nel nostro brano (8,27-35).

 

Il vangelo di oggi si trova a metà del testo di Marco.

È la cosiddetta svolta di Cesarea di Filippo dove Gesù fa il suo primo annuncio della passione. E l’annuncio della passione è preceduto dalla domanda di Gesù: “La gente chi dice che io sia?”. E poi domanda ai suoi: “Ma voi, chi dite che io sia?”. Domanda che Gesù pone a ciascuno di noi: “Chi sono io per te?”.

Secondo alcuni studi, per comprendere in pienezza quest'episodio si dovrebbe includere anche la scena precedente. Si tratta del brano che descrive la strana guarigione del cieco di Betsaida (Mc 8,22-26).

In quella località, a Gesù portano un cieco; Gesù dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese cosa vedesse. Questa la risposta: “Vedo la gente perché vedo come degli alberi che camminano”. Gesù gli impose ancora le mani; solo allora vide distintamente ogni cosa.

Nel racconto si passa perciò dalla cecità alla vista confusa, per giungere, infine, a una visione chiara.

Subito dopo c'è la scena in cui Gesù chiede ai suoi discepoli cosa la gente dice di lui. Anche in questo caso la prima risposta è confusa, simile a quella degli alberi che camminano. C'è chi dice Elia, chi Giovanni Battista, chi un altro profeta. Non si tratta di cecità completa; Gesù è colto come una figura d’eccezione, tuttavia lo sguardo è ancora confuso.

Anche qui occorre un secondo momento costituito dalla risposta di Pietro che vede nitidamente: «Tu sei il Cristo», vale a dire il Messia.

Bella e corretta affermazione, ma c’è un problema: cosa significa essere il Cristo?

Gesù lo spiega facendo seguire alla risposta di Pietro il preannuncio della sua pasqua di morte e risurrezione.

Ora a diventar confuso è lo sguardo di Pietro. Egli nega che il passaggio attraverso la morte sia una sorte degna del Messia.

Gesù dice chiaramente come la logica della croce riguarda tutti coloro che lo vogliono seguire: «Se qualcuno vuole venire dietro me, rinneghi se stesso ...».

Solo perdendo la propria vita, infatti, la si salverà.

Adesso si vede bene.

Ma è proprio ciò a spaventare e a spaventarci. Perché un Messia deve passare per la sofferenza e la morte. È questa necessità che i discepoli non riescono a ‘digerire: perché “deve”? Attorno a questo punto esplode il contrasto fortissimo tra Gesù e i suoi. E colui che aveva appena chiamato Gesù “il Cristo”, si vede ora apostrofare con un titolo durissimo “Satana”.

Chi sono io per te?

Attorno a questa domanda si gioca la fede di ciascuno.

L'intento di Marco, come quello di tutti i vangeli, è questo: se vuoi sapere Dio chi è guarda a Gesù. Dio è Gesù, è quel modo di vivere, quel modo di morire, quel modo di risorgere. Per questo Gesù dice a Pietro: “Stai dietro di me”, perché chi è Dio te lo rivelo io.

Al termine del vangelo di Marco il centurione vedendo Gesù morire in quel modo, dirà: “Davvero quest'uomo era Figlio di Dio”.

Gesù è uno che ha vissuto ciò che ha detto: chi perde la propria vita la salverà.

Pietro è di nuovo invitato a obbedire a quella voce udita al tempo della prima chiamata lungo il mare di Galilea quando si sentì dire: “Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini” (1,17).

Il posto del discepolo è sempre quello di stare “dietro” a Gesù per imparare a dire di “no” a sé stessi per dire di “sì” ad un altro; si tratta di entrare nella logica paradossale del vangelo che implica il percorrere la via della croce, la stessa seguita da Gesù; si tratta di spossessarsi della propria vita per riceverla nuova e salvata dalle mani di Dio.

D. Sebastiano Carlo Vallati

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